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Saliceto (Sarscèj in piemontese) è un comune italiano di circa 1.250 abitanti.
Storia
Il nome stesso di Saliceto trarrebbe origine non tanto dai salici, abbondanti nel fondovalle e presenti nello stemma comunale, quanto dai Liguri Salii o Sallui, che oltre il Po, a settentrione, erano noti come Slassi, e pertanto significherebbe Saliorum Situm (luogo dei liguri Salii).
La prima citazione di Saliceto (Salocetum o Salexetum) figura nel più antico documento della regione, la donazione ad Aleramo ed ai suoi discendenti da parte dell’ imperatore Ottone I del Sacro Romano Impero, nella città di Ravenna il 23 Marzo 967. Il luogo era originariamente suddiviso in due borghi: Borgovero e Borgoforte, entrambi distrutti, si suppone, dai Saraceni durante le scorrerie tra i secoli IX e X. Nei XII e XIII secoli la collina mutò nome da collina della Margherita in collina della Rosa. Ai due borghi sulla collina, subentrò nel fondovalle il Borgo “Nuovo” che era protetto da una possente cinta muraria. A metà del XIII secolo, Saliceto risultava l’estremo avamposto meridionale, verso il mar Ligure, della Repubblica di Asti. Saliceto fu annesso al Marchesato di Finale verso il 1500.
Curiosità
I Salicetesi vantano due soprannomi: “cere faze” (facce false) e “maza-previ” ( ammazza preti, per un fatto delittuoso che coinvolse il parroco don Fenoglio Giovanni Battista, assassinato durante un violento temporale estivo nella notte tra il 28 e il 29 luglio 1875, per motivi rimasti misteriosi, e gli autori del crimine non furono mai individuati).
Poesia
(Saliceto – Canti delle Langhe – Don Carlo Prandi)
Della Bormida da ampio sen protetto,
romito, all’opre della pace intento,
contempli i monti che ti dan ricetto,
raccolto asceta in placido convento.
Talor nell’uom scatenasi la fiera.
Quando, a riscossa, fiero d’ardimento,
tu por movesti contro il franco armento,
furtiva indi movea nemica schiera.
Delle Langhe il Cantore ti saluta,
ei cerca nel tuo grembo i tuoi tesori,
interroga il passato e, attento, seruta
le glorie tue che pur tu stesso ignori.
Prega con te nell’ospital parrocchia,
gentil gioiello d’architetto ignoto,
e nel tuo San Martino assorto adocchia
gli antichi freschi di pennel divoto.
Oscuro valligiano, ai riti agresti,
alla famiglia addetto e al campo ameno,
distratto, a quando, dal fischiar del treno,
non sai che sacre ceneri calpesti.
Al mondo occulto, in Dio l’anima assorta,
fra piccole vicende a oscura meta
serenamente movi, nè t’importa
se nel verso ti chiude oggi îl poeta.
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Saliceto: Castello e Cappella – Archeocarta