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Perletto (Përlèj in piemontese) è un comune italiano di circa 270 abitanti.

Storia

Il nome del paese deriva dal latino Perlaetum (già nominato con tale nome in un documento del 991): paese ridente e lieto.

Già feudo del Marchese del Vasto del 1090 e nel 1142 passa a Bonifacio Minore di Cortemilia. Il territorio, prima di passare ai Marchesi del Carretto è stato sotto la giurisdizione del Monastero di S.Quintino di Spigno.
Nel 1203 passa al Marchese di Ottone di Savona o del Carretto e nel 1209 al Comune di Asti. Nel secolo XIV è sotto il dominio dei Visconti e quindi in feudo Scarampi . Nel corso dei secoli successivi subentreranno diversi casati, fino ad arrivare alla famiglia Toppia (signori del luogo).

Curiosità

La famiglia Toppia affittò la Torre e la struttura adiacente a Vittorio Emanuele II. Qui il Re poté soddisfare i suoi due hobby preferiti: la caccia e le avventure galanti: “Donnaiolo incorreggibile – scrive Domi Gianoglio -, il Re portò nel padiglione l’ultima delle sue conquiste, la bionda ballerina Sofia Keller, austriaca, e ve la tenne a lungo quasi in segregazione, estate ed inverno, salendo a farle visita da Pollenzo con faticose cavalcate una delle quali gli causò una polmonite portandolo sull’orlo della tomba. Guarito, riprese a frequentare la favorita, che si annoiava mortalmente in questo luogo solitario mentre la “Bela Rosin” si rodeva di gelosia, parendole che il capriccio diventasse, col passare del tempo, preoccupante; trovò un alleato in Rattazzi, ministro dell’interno con Cavour, andandogli ad insinuare di segreti di stato che la Keller poteva carpire al Re nell’intimità dell’alcova, quale probabile agente del gabinetto di Vienna. L’uomo politico alessandrino risolse la cosa con astuzia e senza scandalo facendo accompagnare la ballerina al confine del Lombardo-Veneto, non senza il viatico di un congruo numero di marenghi d’oro, tutti recante l’effigie del suo augusto protettore”.
Vittorio Emanuele II andò su tutte le furie per questo scherzo, ma finì per consolarsi presto: soltanto prese in odio Perletto e mai volle rimettervi piede.

Poesia

(Perletto – Canti delle Langhe – Don Carlo Prandi)

D’erme balze sul vago ondulamento
sorgi, piccolo borgo, ed a memoria
del tuo passato sta il manier intento,
cui si collega non oscura istoria.

Salda la bella torre al firmamento
estolli, emblema di possanza e gloria;
intatta resta a ricordar lo spento
romano impero e la feudale boria.

Ma niun de’ nostri colli i foschi arcani
può scandagliar. L’incuria delle genti
lasciò de gli Avi dissipar gli eventi.

Or, l’alto oprar dei Toppia e dei Gozani,
che in tempi più vicin t’accrebber fama,
grato tu esalta e il merto lor proclama.

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Sito web Comune di Perletto