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Niella Belbo (La-Niela-an-Belb in piemontese) è un comune italiano di circa 370 abitanti.

Storia

Il nome Niella Belbo (Nigella ad Belbum), deriva da un’erba che cresce fra le messi, denominata nigella damascena, della famiglia delle Ranunculaceae, che cresce dal mare alla zona submontana, comune nei campi e nei luoghi erbosi. Per cui, “Nigella” erba del Belbo, sembra l’etimologia più esatta per detto paese.

Di Niella, si fa menzione in un atto dell’anno 1033, quando il marchese Adalberto, fondava l’abbazia di S. Maria di Castiglione di Parma. Il territorio (1090), era già dominio del marchese del Vasto. In eredità lo ebbe poi Bonifacio Minore (1125), primo marchese di Cortemilia. Fu soggetto, quindi, alla giurisdizione di Alba e conteso da altri Comuni, in modo particolare dal Comune di Asti, che, nel sec. XIII, ebbe sottomessa quasi tutta la regione, che comprendeva il marchesato di Cortemilia. Seguì le sorti del marchesato
di Bossolasco, quando fu compreso in tale signoria. Carlo Emanuele III, vincitore a Parma e a Guastalla, annette, nell’unificazione del Piemonte (nei preliminari alla pace di Vienna del 1735), vari territori, tra i quali anche Niella Belbo.

Curiosità

Le testimonianze architettoniche del paese evidenziano tracce del periodo medioevale. Sono qui visibili i resti di un castello, databile alla prima metà del XIII secolo, che venne completamente distrutto durante le guerre seicentesche: conserva oggi una torre e una torre-porta, entrambe situate all’interno dell’odierno abitato. Quest’ultima fu ribattezzata “arco dei Francesi” a ricordo del passaggio di una divisione di 12 mila uomini nel corso della prima campagna d’Italia intrapresa da Napoleone nel 1796.

La torre-porta sembra databile al Quattrocento: essa presenta verso sud (esterno dell’abitato) un arco a sesto leggermente acuto, mentre verso l’interno ha una seconda ghiera a sesto ribassato.

Poesia

(Niella Belbo – Canti delle Langhe – Don Carlo Prandi)

Sotto il rialto, su cui il manier intento
sorgea, lucerta al sol di primavera,
si scalda il vecchio borgo al sol contento:
il nuovo lungo lo stradal si schiera.

Al centro, vigil sentinella austera,
si eleva il campanile del seicento,
pastor che veglia lo sbrancato armento
e tutti invita al Rito, alla preghiera.

Dai clivi della Bormida opulenti
di vigne, dal pio Belbo il verbo santo
a udir s’accoglie il popol tuo devoto.

Commisto al mormorar dei pini aulenti,
solenne, mosso, ecco si leva il canto
e, a propiziar l’Eterno, scioglie il voto.

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Sito web Comune di Niella Belbo

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Le torri di Niella Belbo – Langa Medievale