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Lequio Berria (Lech in piemontese) è un comune italiano di circa 460 abitanti.
Storia
Le origini e la denominazione di Lequio Berria si devono agli antichi abitanti della Gallia, i Celti, nella cui lingua la parola “leak” significa pietra miliare. In alcuni punti del territorio, in passato, si sono ritrovati reperti del periodo romano. Specialmente presso le sorgenti assai numerose ed abbondanti, che sicuramente servivano le vie che da Alba Pompeia andavano verso il mare e le Gallie.
Successivamente è fatto cenno del paese in un Diploma dell’imperatore Ottone III, datato al 1001, contenente alcune disposizioni a favore del marchese di Susa, Olderico Manfredo. Più tardi fu conquistato da Bonifacio, marchese di Savona e del Vasto, che nel 1125 lo lasciò ad Ugone suo figlio, marchese di Clavesana; da questi passò ai marchesi di Ceva.
Ne prese possesso in seguito il marchese Ottone del Carretto che nel 1190 lo vendette al marchese di Saluzzo, Manfredo. Questi fu costretto a cederlo a sua volta ad Asti, con la quale era sceso in guerra nel 1231.
Probabilmente, trovandosi sulla linea di confine tra più cascate, Lequio Berria era continuamente conteso e in balia di scorribande varie: risale infatti a questo periodo la distruzione del castello.
Poco dopo, tuttavia, Lequio tornò proprietà dei marchesi di Saluzzo e tale rimase, pur con qualche interruzione, fino all’epoca di Carlo Emanuele I di Savoia.
Curiosità
La sede della Protezione Civile ospita la Collezione permanente del Pastello Soffice, unica sul territorio nazionale, nata nel 2001 grazie al prof. Luigi Carbone e al pittore Pierre Tchakhotine, che conta oltre 130 opere.