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Feisoglio (Feisseu in piemontese) è un comune italiano di circa 300 abitanti.
Storia
L’etimologia del nome “Feisoglio” è molto vaga: vi è chi la trae dal latino Fagus e Soleum, chi dalla località destinata al pascolo delle pecore dette in piemontese “Feie”, neppure gli storici hanno saputo dare spiegazioni valide, ma in antichi documenti viene scritto “Fauxolum”. Prima dell’anno 1000 si hanno tracce dell’età neolitica e romana.
Dall’anno 1000 fino al 1814 Feisoglio passò sotto il dominio di diversi casati, fino all’esilio di Napoleone, dopo il quale Vittorio Emanuele rientrò in possesso delle Langhe.
Curiosità
Dell’antico castello costruito intorno al 1100 non rimangono se non pochi ruderi, poiché le pietre vennero usate per rappezzare le case o per costruire l’attuale parrocchiale. Andò distrutto verso il 1620 durante una guerra civile fra “Madamisti” e “ Principisti” (sostenuti rispettivamente dai francesi e dagli spagnoli), dopo essere stato di Bonifacio del Vasto e poi dell’omonimo figlio, dei Del Carretto (1431), dei Valperga di Masino e dei Biandrate di S. Giorgio ed aver subito pesanti devastazioni già nella prima metà del secolo XVI ad opera dei soldati spagnoli. Una leggenda vuole che nascosto sotto una botola, fosse possibile ritrovare il cannone d’oro seppellito dagli assediati del castello prima della sua distruzione, leggendo che ha alimentato, fino al secolo scorso, l’intatta fiducia dei cercatori di tesori (locali e forestieri).
Poesia
(Feisoglio – Canti delle Langhe – Don Carlo Prandi)
Dal più fertil suol che ti nutrica
ti venne il nome o dalle molte agnelle?
Non so, ma certo il don de l’agna eccelle
più che ti doni l’opulenta spica.
Riposto è il sito; con l’orezza amica
lo confortan pinete, fide ancelle;
e villa rudi e schive pastorelle
il vento abbronza, e incurva la fatica.
S’eleva a mezzodì boschivo colle,
che ti offre in dono da sinuoso tergo
di fresca vena gorgogliar di polle.
Lo sa chi lascia cittadin rumori
e qui ricerca riposato albergo
contro l’offesa degli estivi ardori.